Ruggine

Speciale Venezia

Giornate degli Autori
Ruggine, Daniele Gaglianone

Ruggine è un film controverso.
Premetto che le aspettative erano delle migliori.
Nel cast, il quartetto Timi-Mastrandrea-Solarino-Accorsi facevano ben sperare.
Eppure… eppure Ruggine è un film che non riesce a decollare completamente, restando incollato nella propria storia dal promettente potenziale, senza tuttavia essere in grado di ripagare nell’aspettativa visiva.
Il montaggio frastagliato percorre due linee temporali: il passato dell’infanzia – quello di Sandra, Carmine e Cinzia, figli di emigrati che vivono in una Torino degli anni ‘6o in cui si aggira un “mostro invisibile” – e quella del presente, in cui da adulti avviene la resa dei conti con l’avvenimento che ha ricoperto d’ombra la loro fanciullezza.
Tuttavia, la prima delle due parti temporali compie un percorso meccanicamente scivoloso tra i vari episodi narrativi, anteposti e invertiti continuamente tra di loro.
Questa tecnica di montaggio in Ruggine, risulta insensata, artificiale e ripetitiva, quasi a volersi sostituire a delle idee, che invece non scarseggiano.
Davvero un peccato, perché questo film sembrava avere tutte le carte in regola per manifestarsi come una gradevolissima sorpresa.
Una nota di merito va all’impegno evidente con cui sono stati diretti i bambini, anche se l’effetto finale risulta ancora arrugginito. Nota assoluta di merito va invece a Vasco Brondi di Le luci della centrale elettrica che ha composto la colonna sonora.

2 Responses to Ruggine

  1. Pingback: Speciale Venezia68 « Il cinema bendato

  2. Anonimo says:

    Peccato, mi aspettavo molto da questo Ruggine, mi hai un po’ smontato…comunque stasera vado a vederlo al cinema, poi ti dico la mia..
    Ciao!
    Ale

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