Quando la notte

Speciale
68 Mostra Internazionale del Cinema di Venezia

Concorso
Quando la notte, Cristina Comencini

Durante la proiezione di anteprima stampa i giornalisti ridono a crepapelle, fischiano sui titoli di coda e pongono domande provocatorie in conferenza alla regista. Il film non spicca né per originalità, né per realizzazione, anzi, spesso cade nel triste inconveniente di una costruzione di dialoghi inverosimile, eccessivamente melodrammatica e che in alcuni punti tende al ridicolo. Ma isolati questi momenti, il film si lascia seguire senza troppa fatica. Forse non all’altezza del concorso ufficiale di Venezia68, Quando la notte di Cristina Comencini affronta la storia di due solitudini, quella di Claudia Pandolfi, interprete di una giovane mamma in vacanza con il figlio di due anni in un paesino di montagna e quella di Filippo Timi, guida turistica che affitta una stanza della sua casa alla donna. Filippo Timi ritorna puntualmente con un personaggio controverso e ombroso, caratteristiche che ormai l’attore porta tatuate sulla pelle. Non sento l’esigenza di attaccare questa pellicola puntualizzando sui suoi difetti, che sicuramente non mancano, ma trovo più corretto proporla come una visione “emotiva” per chi possa sentirsi vicino alle due storie narrate: quella di una donna che vive una crisi di stress dovuta alla fatica di crescere da sola un bambino e quella di un uomo con un odio radicato nel suo profondo verso le donne, in seguito all’abbandono materno.
Tutti gli altri, forse, possono anche risparmiarselo.

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