Melancholia

titolo originale Melancholia
nazione
Danimarca / Svezia / Francia / Germania / Italia
anno
2011
regia
Lars von Trier
genere
Drammatico/Fantascienza
durata
130 min.
distribuzione
n.d.
cast
K. Dunst (Justine) • C. Gainsbourg (Claire) • K. Sutherland (John) • C. Rampling (Gaby) • J. Hurt (Dexter) • A. Skarsgård (Michael) • S. Skarsgård (Jack) • B. Corbet (Tim) • U. Kier (Wedding planner) • J. Christensen (padrino) • C. Spurr (Leo) • D. Fronko (madre di Michael)
sceneggiatura
L. von Trier
fotografia
M. Claro
montaggio
M. Højbjerg • M. Stensgaard
uscita prevista 21 Ottobre 2011

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Due sorelle, Justine e Claire, un tempo unite, si stanno allontanando sempre di più l’una dall’altra. Poco dopo la cerimonia in cui Justine ha sposato Michael, la donna piomba in un improvviso stato di malinconia che la rende particolarmente calma. Claire, invece, è terrorizzata per la minaccia che incombe dallo spazio: Melancholia, un misterioso pianeta apparso da dietro il sole, è in rotta di collisione con la Terra.

Immagini dal film
(frames dal “Prologo” di Melancholia)




Guardare un capolavoro al cinema in “prima visione”, senza dover quindi attingere all’archivio del passato della storia del cinema, regala un’emozione grande, unica, indescrivibile, anche difficile da gestire. E le polemiche non tardano ad arrivare, i capolavori son difficili da metabolizzare, da capire, da accettare. Specialmente se il regista in questione è stato appena cacciato via a calci in cul dal tappeto rosso di Cannes per dichiarazioni ambigue. Ma qui si parlerà dell’opera e dell’autore in quanto artista, non in quanto uomo. Melancholia non lascia via di scampo, nessuna fuga, nessuna speranza. Si rende reale nell’irreale. Commovente nel simbolico. Spiazzante nell’allegoria. Mostruoso nella tecnica. Lars von Trier aveva dimostrato di saper partorire un prologo sublime, commovente e straziante già nel suo precedente e tanto discusso film, Antichrist. Ribadisce il suo talento anche nel meraviglioso prologo ralenti di Melancholia, introduzione perfetta e simbolica alla storia che ci andrà a narrare. La Terra è malvagia. Gomitoli di lana si attorcigliano alle gambe di una donna vestita con un abito da sposa. Orme profonde nel terreno inghiottono i passi disperati di un’altra donna che porta in braccio un bambino. Un cavallo viene risucchiato dalla terra. L’elettricità si sprigiona dai corpi. Due pianeti si sfiorano seguendo le loro orbite. La sposa, il bambino e la donna sono ritti in mezzo al prato; dietro di loro rispettivamente il pianeta blu – Melancholia, la Luna e il Sole. Diviso in due parti, l’ultimo film del regista danese, nella prima parte ci mostra il personaggio di Justine (premio miglior attrice protagonista a Cannes 2011 Kirsten Dunst) e nella seconda parte il personaggio della sorella Claire (Charlotte Gainsbourg dalla bellezza atipica e peculiare, oltre che dall’immensa e più volte confermata bravura). Justine, con il suo abito da sposa bianco latte, con la sua pelle pallida, i suoi capelli ben acconciati, i suoi orecchini di perle, nasconde dentro di sé – dietro i suoi sorrisi e dietro le sue ripetute fughe – la sua inguaribile depressione, verità raggirata dalla sua famiglia, dal suo sposo e dai suoi amici e solo in attesa di venir svelata, ma mai affrontata. Solo in Claire, Justine riuscirà a trovare aiuto, conforto materno, protezione, accudimento. Ma spesso, come capita nella vita vera, questo non sembra essere sufficiente. E così come non c’è scampo per una malattia dell’essere umano, non sembra esserci scampo nemmeno per il genere umano, nel suo parallelismo allegorico della fine del mondo. Melancholia infatti è un pianeta che, seguendo la sua orbita, è destinato a sfiorare la Terra e a regalare ai suoi abitanti lo spettacolo più bello della loro vita – come sostiene John, il marito di Claire – così come sfiorò lasciando indenni Mercurio e Venere; ma la paura della collisione e della morte divamperà viva nell’animo di Claire. Tutto diventa un’attesa per la morte, la vita stessa. E lo stesso film si rende attesa, nella sua più totale assenza di ritmo, nell’alternarsi delle sue inquadrature a momenti nevrotiche, a momenti rassegnate, che ben rappresentano le due sorelle, Claire e Justine. Un film che ti lascia sprofondare, senza lanciare corde a cui aggrapparsi per fuggire. L’unico luogo concesso in cui confortarsi e salvarsi, è una caverna costruita con bastoni raccolti nel bosco.

Citazioni dal film Melancholia

Justine: La Terra è malvagia. E’ inutile piangerla.
Claire: Cosa?
Justine: Non mancherà a nessuno.
Claire: Ma Leo dove crescerà?
Justine: Io so solo questo. La vita sulla Terra è malvagia.
Claire: Potrebbe esserci della vita altrove.
Justine: Ma non c’è.
Claire: Come lo sai?
Justine: Perché io so le cose.
Claire: E’ quello che tu t’immagini.
Justine: 678.
Claire: Cosa?
Justine: I fagioli nella bottiglia.

Colonna sonora Melancholia

La splendida e tragica colonna sonora tratta dal Tristano e Isotta di Richard Wagner, che accompagna le superbe immagini del film Melancholia.